Insonnia, cosa vuoi dirmi?
A cura della
Dott.ssa Maria Cristina Zezza
Quando parliamo di insonnia o di difficoltà legate al sonno e all’ addormentamento dobbiamo tener presente che ci stiamo riferendo ad una spia di un qualcosa che non sta funzionando nel modo giusto, di un disagio e di una sofferenza che chiede di essere vista e ascoltata. Questo campanello d’ allarme è un indizio sul fatto che nella nostra vita qualcosa non sta andando come vorremmo.
Cerchiamo oggi di comprendere meglio cosa può nascondersi dietro a questo fastidioso sintomo notturno.
Identikit dell’insonne
Nonostante la diversità delle cause, le personalità che soffrono d’insonnia hanno molti tratti in comune, sia psichici che comportamentali. Nella loro quotidianità non esprimono a sufficienza la propria vera personalità e sono sempre in preda ad un’iperattività, fisica e mentale. Sono spesso tendenti all’ipercontrollo emotivo, al pensiero ossessivo e all’ansia, spesso ben mascherata.
Chi soffre d’insonnia non si permette di lasciar andare gli eventi vissuti nella giornata, di perdere momentaneamente il controllo sulla realtà: addormentarsi equivale ad “assentarsi” da ciò che sta accadendo. Non a caso molti insonni tendono ad andare a dormire accompagnati da elementi che rappresentano un aggancio con il mondo circostante, come ad esempio una luce accesa, la radio, la televisione.
Molte persone temono inconsciamente la notte perché, lontani dalla fuga dell’azione, i pensieri vengono a galla e con essi i problemi irrisolti e le paure più profonde. Dormire si trasforma, così, in un momento che genera ansia e non permette di staccare la mente e abbandonarsi al riposo. Alla base di questa difficoltà c’è un modo di vivere che ha rimosso e schiacciato l’emergere di molti aspetti e paure interne che cerchiamo di non vedere.
Difficoltà ad addormentarsi, risvegli notturni frequenti o risveglio precoce?
Con il termine insonnia intendiamo tre tipologie di disturbi del sonno: la difficoltà dell’addormentamento si verifica quando il soggetto non vuole mettere da parte il vissuto del giorno e interrompere la sua attività mentale. In realtà il ruolo del sonno è quello di rigenerare l’organismo nella sua interezza, ma l’insonne blocca costantemente questo processo di rinnovamento. Nei risvegli notturni frequenti, i contenuti profondi cercano di emergere alla coscienza. Con il risveglio la persona reprime e rimanda l’incontro con importanti temi della propria vita, del sentire e del vissuto quotidiano. I contenuti che questo tipo di soggetto insonne rifugge sono costituiti da ansie, conflitti irrisolti, decisioni da prendere, bisogno di cambiamenti, fantasie creative o legate alla rabbia non elaborata.Il risveglio mattutino precoce simboleggia, invece, l’ansia di affrontare un nuovo giorno con tutti i suoi impegni, le situazioni stressanti, le preoccupazioni. In questo caso, il meccanismo dell’insonnia è invertito: non è l’inconscio che prorompe nella coscienza, ma è la coscienza che interrompe il sonno. Il soggetto tenta di tornare sveglio e vigile per riprendere il controllo sulla realtà e sul vissuto quotidiano il prima possibile.
Personalità e sonno
Le personalità che soffrono d’insonnia hanno spesso caratteristiche simili ricorrenti e molte di esse sono predisposte a sviluppare questo tipo di disturbo. Vediamole insieme:
L’iperattivo:
è colui che è perennemente in movimento durante il giorno e, se non si riempie d’impegni, ha la sensazione di buttare via il tempo. In realtà è una persona insoddisfatta della sua vita che vorrebbe rivoluzionare, ma non sa come fare. Le giornate sono vissute in balia di un’iperattività fisica e mentale dove non trova spazio l’espressione della propria natura e la passività è fortemente temuta.
Il dipendente:
è colui che non riesce a staccarsi dalle cose, dalle persone, dagli eventi. Solitamente tende a mantenere legami quotidiani con la famiglia d’origine, anche dopo aver raggiunto la propria indipendenza. Questa modalità psichica non permette al soggetto di “staccarsi”, né dal mondo esterno né dai tanti pensieri inutili che affollano la sua mente, favorendo l’insorgere dell’insonnia.
Il razionale:
è terrorizzato dal nuovo, per questo sceglie di restare legato al passato. La sua razionalità è ossessiva e nasconde un forte stato ansioso. L’insonnia rappresenta la sua paura di perdere il controllo; aggressività e passionalità sono tenute rigidamente a bada e subiscono la censura del controllo mentale. Spesso questi soggetti manifestano delle problematiche in ambito sessuale perché anch’esso, come il sonno, rappresenta il momento in cui “ci si lascia andare”.
Il rabbioso:
nel rabbioso l’insonnia si manifesta con bruschi risvegli notturni, nonostante i rapidi tempi di addormentamento. Svegliarsi improvvisamente durante la notte rappresenta la difficoltà ad abbandonare il carico di ansie, rabbie e rancori che il soggetto non è riuscito a smaltire ed elaborare
Cosa fare?
È importante ricordare a chi soffre di questo disturbo che esistono regole e stili di vita che, quotidianamente applicati, aiutano a trascorrere una “buona notte di sonno”:
1. Andare a dormire ogni sera e alzarsi ogni mattina alla stessa ora, anche durante il fine settimana e indipendentemente da quanto si è dormito la notte
2. Se ci si sveglia prima che suoni la sveglia, alzarsi dal letto e iniziare la propria giornata
3. Cercare di rilassarsi il più possibile prima di andare a letto, per esempio facendo un bagno (ma non la doccia, che ha un effetto stimolante), oppure assumere bevande ad effetto rilassante
4. Andare a letto ai primi segni stanchezza
5. Se non si riesce a dormire, è preferibile non rimanere a letto, ma alzarsi, uscire dalla camera da letto e dedicarsi ad attività rilassanti, come guardare la televisione, leggere un libro, fare un bagno, ecc
6. Non usare il letto per altre attività oltre al sonno. Leggere, scrivere o guardare la televisione o altre attività nel letto, diminuiscono l’associazione letto-sonno.
7. Dormire in un letto comodo, in una camera da letto protetta quanto più possibile dai rumori e dalle luce
8. Mangiare ad orari regolari, evitando pasti abbondanti in prossimità del sonno, dando la preferenza ai cibi ricchi di carboidrati
9. Svolgere con regolarità un’attività fisica durante il giorno, soprattutto di pomeriggio ma evitando di farne la sera (crea eccitazione nel corpo)
10. Evitare di guardare le sveglie, eventualmente coprendone il display. Ciò evita calcoli mentali sulla quantità di sonno perduta sino a quel momento e sulla quantità di sonno rimasta prima del suono della sveglia. Accettare che la quantità di sonno può essere ottenuta solo dormendo e non mentre si aspetta di dormire può essere benefico
L’utilizzo di farmaci come gli ipnoinducenti o gli ansiolitici possono essere un può rimedio per il sintomo ma vanno assunti per un tempo limitato e sotto stretta prescrizione medica.
Qualora l’insonnia persista per un periodo di tempo prolungato può essere consigliabile rivolgersi ad uno specialistica psicologo – psicoterapeuta per andare ad indagare il messaggio che il sintomo ci sta inviando e quali sono le cause che lo scatenano.
“Gli insonni non dormono perché si preoccupano, e si preoccupano perché non dormono.”
Franklin Pierce Adams